recensione

La canzone di Achille // Madeline Miller

“Dimmi il nome di un eroe che è stato felice.”
Riflettei. Eracle era impazzito e aveva ucciso la sua famiglia; Teseo aveva perso la sua sposa e suo padre; i figli e la nuova consorte di Giasone erano stati uccisi dalla sua prima moglie; Bellerofonte aveva ucciso la chimera ma era caduto dal dorso di Pegaso ed era rimasto storpio.
“Non puoi.” Si alzò a sedere e si sporse in avanti.
“Non posso.”
“Lo so. Gli Dei non permettono a nessuno di essere famoso e felice.” Inarcò un sopracciglio. “Ma voglio confidarti un segreto.”
“Dimmi.” Adoravo quando faceva così.
“Io sarò il primo.” Mi prese il palmo della mano e me lo premette sul suo. “Giuralo.”
“Perché io?”
“Perché sei tu la ragione. Giuralo.”



Siamo nella mitologia greca, ai tempi della guerra di Troia. Patroclo ci racconta la loro storia, e come vede il suo Achille, quest’ultimo bello e abile con le armi, Patroclo goffo e sensibile. Con lui ripercorriamo la leggenda della guerra di Troia. Nel libro troviamo lui e Achille prima bambini, poi ragazzi e infine uomini, li vediamo crescere, maturare, perdersi, e cambiare. Un percorso che percorriamo insieme a loro.

In una scrittura semplice e scorrevole, con tutta l’innocenza e la gentilezza di Patroclo, che ti farà immedesimare in loro, nella loro storia. Sappiamo tutti come andrà a finire, ma finiremo comunque con la lacrimuccia.
Come si può vedere nella lettura è molto più romanzato rispetto alla storia della mitologia, ma questo vuole essere anche l’intento dell’autrice, rendere la storia struggente, drammatica ed estremamente passionale, concentrandosi sui sentimenti e sulla storia dei due protagonisti.

Aveva davvero pensato che non lo avrei riconosciuto? Lo riconoscerei anche solo dal tocco, dal profumo, lo riconoscerei anche se fossi cieco, dal modo in cui respira, da come i suoi piedi sferzano la terra. Lo riconoscerei anche nella morte, anche alla fine del mondo.

Sono sempre stata affascinata dai libri sui miti greci, e sono contenta di aver letto questo libro, da tempo non leggevo libri sulla mitologia, e sicuramente ora passerò ad altri, tra cui Circe, sempre della Miller.
Lo consiglio a chi vuole perdersi in una storia lontana, avvincente, e piena d’amore, ispirata dai miti greci.

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Dal retro del libro:
Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l’orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d’armi – due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d’amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell’epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l’omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l’ormai usurata vicenda di Elena e Paride.

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