recensione

A sud del confine, a ovest del sole // Haruki Murakami

“Come per la maggior parte dei ragazzini di undici, dodici anni che per la prima volta incontrano un loro coetaneo dell’altro sesso, anche tra me e Shimamoto all’inizio ci fu un po’ di tensione ed imbarazzo. Ma, dopo aver scoperto di essere entrambi figli unici, il nostro rapporto divenne subito più spontaneo e confidenziale. Era la prima volta che ci capitava di incontrare un altro figlio unico e avevamo molto da dirci a proposito di questa nostra “particolare” condizione.”

Ho trovato questo libro molto dolce, essenziale, romantico e malinconico. In questo libro possiamo trovare ben poca azione, si tratta infatti di un romanzo introspettivo, noi seguiamo la vita di un uomo, che per la maggior parte del tempo passa in modo monotono. Ma seguiamo anche una sua scelta tra il passato e il futuro, tra una vita che non lo soddisfa più e il sogno di trovare quello che gli manca e scappare.
In questo libro l’autore ci vuole fare riflettere sul significato della vita, sulle nostre emozioni, e su quello che proviamo. Ma un’altra cosa che troviamo molto presente in questo romanzo è la morte. Nella figura di Izumi possiamo vedere come si può venire catturati in quella sensazione di vuoto mortale generata dalla persona che si ama, i suoi occhi non esprimono più emozioni, e il suo volto spaventa i bambini, perchè privo di ogni espressione.
Inoltre vediamo il protagonista sospendere la vita, nell’attesa che lei torni, e pronto a tutto per stare con lei.
Concludo dicendo che il titolo del libro A sud del confine ad ovest del sole si riferisce esplicitamente a una canzone di Nat “King” Cole, appunto south of the border, west of the sun, per altro più volte citata all’interno del romanzo.

Romanzo che secondo me è alla portata di tutti, perchè è anche abbastanza piccino e veloce da leggere. Consigliato sopratutto a chi ama i romanzi sentimentali, sconsigliato a chi cerca dei libri d’azione.

“All’inizio mi sembrava possibile, ma alla fine mi resi conto che dovunque andassi sarei rimasto sempre lo stesso. Ripetei gli identici errori del passato, feci soffrire altre persone e feci del male anche a me stesso, proprio come avevo fatto una volta.
(…) Commisi diversi sbagli. O forse, più che sbagli, erano una parte imprescindibile di me. Quest’idea mi riempiva di amarezza.”

– ♡ – ♡ – ♡ – ♡ –

Trama:
Non sarai solo per sempre. Hajime ha dodici anni quando lo intuisce per la prima volta. Fino ad allora aveva vissuto in un universo abitato solo da lui: figlio unico quando nel Giappone degli anni Cinquanta, era rarissimo non avere fratelli o sorelle, aveva fatto della propria eccezionalità una fortezza in cui nascondersi, un modo per zittire quella sensazione costante di non essere mai lì dove si vorrebbe veramente. Invece un giorno scopre che la solitudine è solo un’abitudine, non un destino: lo capisce quando stringe la mano di Shimamoto, una compagna di classe sola quanto lui. E’ in quell’istante che scopre che la somma di due solitudini, a volte, dà l’inatteso risultato di un’amore più forte del tempo.

– ♡ – ♡ – ♡ – ♡ –

Autore:
Murakami Haruki è nato a Kyoto nel 1949 ed è cresciuto a Kobe. È autore di molti romanzi, racconti e saggi e ha tradotto in giapponese autori americani come Fitzgerald, Carver, Capote e Salinger. E’ stato insignito di molti premi, tra cui Franz Kafka Prize e il Jerusalem Prize. Con La fine del mondo e Il paese delle meraviglie Murakami ha vinto in Giappone il Premio Tanizaki. Presso Einaudi ha pubblicato: Dance Dance Dance, La ragazza dello Sputnik, Underground, Tutti i figli di Dio danzano, Norwegian Wood. Tokyo Blues, L’uccello che girava le Viti del Mondo, La fine del mondo e il paese delle meraviglie, Kafka sulla spiaggia, After Dark, L’elefante scomparso e altri racconti, L’arte di correre, Nel segno della pecora, I salici ciechi e la donna addormentata, 1Q84. Libro 1 e 2, 1Q84. Libro 3, Ritratti in jazz (con Wada Makoto), L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, Sonno, Uomini senza donne, La strana biblioteca, Vento & Flipper Gli assalti alle panetterie. 

Rispondi