“Ritirò lentamente la mano e si ritrovò a guardare una lattina di Coca-Cola.
Papà, che cos’è?
E’ un regalo. Per te.
Ma che cos’è?
Vieni. Siediti.
Gli tolse lo zaino dalle spalle e se lo sistemò accanto, sul pavimento, poi infilò il pollice sotto la linguetta di alluminio e aprì la lattina. Avvicinò il naso al leggero sfrigolio che ne usciva e la passò al bambino. Forza, bevi, disse.
Il bambino prese la lattina. Fa le bollicine, disse.
Forza.
Guardò il padre, poi inclinò la lattina e bevve. Rimase lì a pensarci un attimo. E’ proprio buona, disse.
Sì. Infatti.
Bevine un po’ anche tu, papà.
Voglio che la bevi tu.
Solo un po’.
L’uomo prese la lattina, bevve un sorso e gliela restituì. Bevila tu, disse. Stiamocene seduti qui per un po’.
E’ perchè non ne potrò bere mai più, vero?
Mai è un sacco di tempo.
Ok, disse il bambino.”
Romanzo da togliere il fiato, l’ho trovato molto dolce, umano e commovente.
La trama è molto semplice, così semplice da poter sembrare banale, ma non è assolutamente così. Lo stile è pulito, e senza fronzoli, si limita a dire le cose come stanno, in modo asciutto. I periodi sono brevi, spesso costituiti da singole parole, e i dialoghi sono rapidissimi.
Stiamo parlando del lungo viaggio di un uomo e un bambino verso la salvezza, in un mondo che è stato distrutto dalla guerra. In questo libro però non succede nulla di epico, non troviamo della vera azione, solo piccoli momenti di tensione, che però rimangono in netta minoranza rispetto a tutto il resto. L’autore vuole far capire che qui il vero nemico sono i bisogni fondamentali di ogni uomo, come la fame e il freddo, che devono essere soddisfatti in un mondo dove non è rimasto più nulla. Tralascia infatti gli aspetti sociali, e si basa sull’introspezione, e su cosa provano i personaggi. McCarthy è stato in grado di scendere così a fondo nell’animo umano da coinvolgere il lettore a livello emotivo. Si può sentire la loro paura, la fame, e noi siamo lì con loro a sperare che trovino del cibo, o la salvezza.
L’ho sentito paragonare spesso ad un libro in bianco e nero, e da una parte è la verità. Questi aggettivi, seppur insoliti per un libro, lo rispecchiano perfettamente. McCarthy infatti presenta al lettore una situazione estremamente triste e difficile per i personaggi, dove la gioia, i colori e le persone sono state bruscamente spazzate via, per lasciare il posto ad un’atmosfera cupa e buia dove regna il silenzio e la desolazione.
Nella citazione iniziale ci si può trovare un po’ tutta l’essenza del libro. Il padre che pensa più al figlio che a se stesso, e darebbe la vita per potergli dare qualcosa in più. E’ molto triste inoltre il fatto che il padre voglia raccontargli com’era prima il mondo, dargli una consolazione, ma per il bambino tutto questo resterà soltanto un sogno irraggiungibile, e non potrà mai vedere com’era realmente. Il rapporto tra padre e figlio è molto intenso, sono la ragione di vita l’uno dell’altro, questo anche perchè sono l’unica cosa che hanno. Si può vedere quindi come vengono intensificati i rapporti nel momento del bisogno.
Un’altra cosa che possiamo notare è l’innocenza e la bontà del bambino, che rappresenta una piccola speranza per il mondo, e il quale dimostra in più di un’occasione pietà, e un grande desiderio di aiutare gli altri, anche se questo potrebbe mettergli a rischio la vita. Il bambino è quindi il personaggio più umano di tutto il libro, nato in un ambiente già cinico e duro, senza apparente possibilità di coltivare sentimenti positivi, ci fa capire come nelle situazioni più difficili si può sempre scegliere tra l’essere una bestia e un essere umano.
Un libro che merita di essere letto, secondo me tutti dovrebbero darci una possibilità.
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Titolo: La strada
Autore: Cormac McCarthy
Prezzo di copertina: 12,00 euro
Numero di pagine: 220 pg.
Editore: Einaudi
Collana: Super ET
Trama: Un uomo e un bambino viaggiano attraverso un mondo ridotto in cenere in direzione dell’oceano, dove forse i raggi di un sole ormai livido cederanno un po’ di tepore e qualche barlume di vita. Trascinano con sé tutto ciò che nel nuovo equilibrio delle cose ha ancora valore: un carrello del supermercato con quel po’ di cibo che riescono a rimediare, un telo di plastica per ripararsi dalla pioggia gelida, e una pistola con cui difendersi dalle bande di predoni che battono le strade, decisi a sopravvivere a ogni costo.
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Autore:
Scrittore americano, nato nel 1933, è cresciuto in Tennessee, dove ha frequentato l’Università, abbandonandola per ben due volte. Entrato nel ’53 nell’Air Force, vi è rimasto per quattro anni. Ha vissuto anche a El Paso, in Texas, e a Tesuque, nel Nuovo Messico. Einaudi ha pubblicato: Cavalli selvaggi, Oltre il confine Città della pianura (raccolti anche nella Trilogia della frontiera), Meridiano di sangue, Il buio fuori, Figlio di Dio, Il guardiano del frutteto, Non è un paese per vecchi, Sunset Limited, Suttree e The counselor. Il procuratore. Da La strada, vincitore del premio Pulizer 2007, è stato tratto il film The Road, di John Hillcoat, con Viggo Mortensen e Charlize Theron.